Metodologia della Gestalt
La metodologia che propongo è strettamente collegata con la Terapia della Gestalt, nata negli Stati Uniti negli anni ’50. L’incontro tra Perls, Goodman e Hefferline ha generato, in quegli anni, un nuovo approccio in cui la psiche non veniva più vista come qualcosa di interno all’essere umano, ma come ciò che unisce gli esseri umani. Come affermano i padri fondatori, “la medicina e la biologia studiano ciò che avviene dentro l’essere umano, l’antropologia e la sociologia studiano ciò che avviene fuori dagli esseri umani, la psicologia studia ciò che avviene sul confine di contatto, cioè dove e quando gli esseri umani si incontrano tra loro”[1].
La Terapia della Gestalt integra la fenomenologia (osservazione di ciò che accade), l’attenzione al processo (come ciò accade nel qui e ora e a che cosa serve), la teoria del campo (ogni parte riflette l’intero e organismo/ambiente si influenzano reciprocamente) e il dialogo empatico (l’ascolto di sé e dell’altro nel contatto).
Obiettivi
Durante la supervisione il gruppo verrà sostenuto a:
· essere curioso;
· stare in contatto con sé e con i colleghi del gruppo;
· condividere le proprie emozioni - appoggiandosi ad esse - senza farsi travolgere;
· portare nel gruppo le difficoltà di relazione con la/e classe/i;
· scoprire come la condivisione di feedback, osservazioni, emozioni possano contribuire alla crescita professionale di ognuno;
· riconoscere – quando emergono - le interpretazioni e giudizi morali;
· appoggiarsi al gruppo poiché l’indipendenza è solo un mito, mentre dipendenza ed autonomia sono la base di ogni legame;
· partire dall’esperienza per scoprire su quali principi si basa la Terapia della Gestalt.
All’interno del gruppo il processo di consapevolezza e di crescita sono accelerati poiché la condivisione permette ai partecipanti di riconoscersi nelle difficoltà reciproche e di superare il senso di solitudine e isolamento che a volte viviamo nell’ambiente lavorativo.
Per la Gestalt l’intero è maggiore della somma delle singole parti che la compongono: questo per noi significa che ogni spunto e soluzione creativa - che emergerà dal gruppo - sarà sicuramente più ricca e più nutriente di ciò che sarebbe potuto emergere dalle riflessioni di un singolo individuo.
[1] Perls F.S., Hefferline R. e Goodman P. (1951), Teoria e pratica della terapia della Gestalt, Roma, Astrolabio, 1997